FESTIVAL PREMIERE MARY SHELLEY DI HAIFAA AL-MANSOUR

Festival Premiere: dove eravamo rimasti? Dopo le tre premiere della sessione primaverile, riparte la sezione di Ravenna Nightmare dedicata al cinema d'autore in lingua originale con l'anteprima di Mary Shelley della regista saudita Haifaa Al-Mansour. L'appuntamento è per mercoledì 29 agosto alle 21 al Cinema City. Non dimenticate di conservare il biglietto e otterrete un ingresso omaggio alla prossima edizione di Ravenna Nightmare Film Fest (26 Ottobre - 4 Novembre 2018).

Ad introdurre la proiezione sarà Nevio Galeati, direttore artistico del festival letterario GialloLuna NeroNotte, che dal 26 Ottobre al 4 Novembre celebrerà la sua XVI edizione insieme a Ravenna Nightmare. Come anticipato alla conferenza stampa congiunta dello scorso luglio, molte saranno le novità e preziose collaborazioni messe in atto da GialloLuna NeroNotte in occasione del duecentesimo anno dalla prima pubblicazione di Frankenstein di Mary Shelley, pubblicata in forma anonima per la prima volta nel 1818. In particolare spicca la presentazione a cura della casa editrice Neri Pozza il 27 ottobre della prima edizione italiana della versione originale. Rivelato anche l'avvio di un progetto con l'Accademia di Belle Arti di Ravenna che analizzerà, tra gli altri aspetti, anche il concetto di “creature artificiali” e di “mostri”.

 

Sotto il segno di una sutura aberrante, come quella del romanzo Frankenstein, il dramma di Haifaa Al-Mansour è un mélange di fragilità e combattività, di innocenza perseguitata e di furore di vendetta che affonda nella relazione tra Mary e Shelley, nelle sue ossessioni psicologiche, negli intollerabili lutti. Figlia di due figure chiave dell'Illuminismo inglese, di cui condivide gli ideali rivoluzionari, Mary Shelley è al cuore di un film teso a celebrare la figura della scrittrice e a ribadire il discorso (mai così attuale) della relazione uomo-donna.

 

Appassionata di letteratura gotica e fantasmi, Mary si rifugia spesso in un cimitero sognando di scrivere un giorno il suo romanzo. Durante un soggiorno in campagna incontra il poeta inquieto Percy Shelley, sposato e con figli, che la seduce e innamora perdutamente. Il desiderio ha il sopravvento e i due amanti fuggono insieme, portandosi dietro la sorella minore di Mary. Tra i tre nasce un singolare ménage che conosce alti e bassi, miseria e nobiltà. Quella nobiltà predicata ma mai applicata da Lord Byron, celebre e vanesio drammaturgo che la sfida sulla pagina e nella vita. Mary accetta e scrive "Frankenstein", vincendo l'eternità. Con un romanzo (il romanzo) riuscì a emanciparsi, producendo negli anni opere femministe e progressiste.

 

A incarnarla sullo schermo è la luminosa Elle Fanning, a cui fa corona un cast maschile dall'elasticità fisionomica e interpretativa ridotta. È lei il centro di una storia di cui non tarderà a diventare l'oggetto di tutti i desideri. Quello che colpisce di Elle Fanning è l'evidenza del suo 'gioco', l'immediatezza della sua presenza. Appartiene a quella categoria di attori che non hanno bisogno di fare quasi nulla per attirare lo sguardo ed è precisamente quello che ha messo in scena Nicolas Winding Refn con The Neon Demon.
In una condizione di passività storica, trova una linea di fuga e va più lontano del film che la contiene e di una società inventata dagli uomini per gli uomini. La sua Mary Shelley frantuma i corsetti dell'immaginario, scoprendo in sé un abisso di oscurità a cui attingere per disegnare la sua creatura.

 

Dopo aver denunciato il fondamentalismo e la poligamia in Arabia Saudita e aver girato il primo film saudita della storia (La bicicletta verde), Haifaa Al-Mansour prosegue con Mary Shelley la sua ricerca personale sull'esclusione. Sensibile e in prima linea per la causa femminile, il suo sguardo questa volta si rivolge al passato, in direzione del Vecchio Continente dove pesca una giovane donna e il suo entusiasmo rivoluzionario. Ostinata come la protagonista di La bicicletta verde, una ragazzina decisa a guadagnarsi una bicicletta in un paese che impedisce alle donne di condurle, Mary fa altrettanto in un'epoca claustrofobica per il suo genere. In quel mondo oscuro e opprimente trova la sua voce intima e la mette su carta, firmando l'ultimo romanzo gotico e il primo romanzo di science-fiction. Al-Mansour ha il merito di aver scelto un'interprete capace di un'articolazione moderna di Mary Shelley, incoraggiando ancora una volta il diritto alla differenza e all'ottimismo. Ottimismo riservato per il momento agli spettatori e interdetto alle donne (saudite) che non hanno altra prospettiva che (soprav)vivere in un regno che produce dieci milioni di barili di petrolio al giorno e un film per secolo.




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