Introduzione video della docente e ricercatrice Barbara Rossi. L’evento a cura e introdotto da Silvia Moras alterna visioni e brevi messaggi. Interverrà da Berlino uno dei maggiori esperto di cinema tedesco: Giovanni Spagnoletti.
In collaborazione con Edgar Reitz Filmstiftung, Viggo, Ripley’s Home Video
Estratti da:
- Heimat (Heimat - Eine deutsche Chronik, 1984), 11 episodi, durata totale 15 ore e 40 minuti. Versione restaurata in 4k.
- Heimat 2 - Cronaca di una giovinezza (Die zweite Heimat - Chronik einer Jugend, 1992), 13 episodi, durata totale 25 ore e 32 minuti.
- Heimat 3 - Cronaca di una svolta epocale (Heimat 3 - Chronik einer Zeitenwende, 2004), 6 episodi, durata totale 11 ore e 39 minuti.
(Germania, 1984-1992-2004, 70‘)
A cura di Silvia Moras, nella sezione Celebrazioni, Heimat di Edgar Reitz, opera di culto degli anni Ottanta. Ravenna Nightmare presenta il capolavoro del regista tedesco nella nuova versione restaurata dalla Edgar Reitz Filmstiftung con il sostegno della Kulturstiftung des Bundes e della Kulturstiftung des Landes Rheinland-Pfalz.
L'epopea di Heimat dura 30 anni: dal 1984, Heimat: Una Cronaca Tedesca fino al 2013, con l'ultimo capitolo, L’Altra Heimat – Cronaca di un Sogno. Trai due, nel 1992 i capitoli Heimat 2 - Cronaca di una giovinezza e nel 2004 Heimat 3 - Cronaca di una svolta epocale. Un’opera mastodontica anche nella lunghezza, 15 ore e mezzo di durata, 924 minuti solo il primo capitolo, accolta in maniera trionfale sin dalla sua prima proiezione avvenuta alla Mostra di Venezia del 1984 “contro lo shock tedesco della memoria” il regista racconta la storia di una famiglia del piccolo villaggio di Schabbach, che diviene luogo di luci e ombre della storia della Germania.
Proiezioni, trasporti e riavvolgimenti avaveno logorato il film nal punto di richiedere un restauro dii quasi 10 anni di lavoro sui negativi originali. I primi due capitoli di Heimat, ora rimasterizzati sono disponibili in Italia, del terzo capitolo verrà mostrato un estratto in anteprima – Cronaca di un Sogno, e in anteprima verrà mostrato un estratto del terzo capitolo, in uscita a breve.
Scrittore e regista tedesco, è un ex docente di Cinema alla Staatlichen Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe, da lui stesso istituito. Con il suo contributo cinematografico, la Germania si è intellettualmente incattivita e ha ripreso quota d'autorialità in termini di cultura cinematografica europea. Come è avvenuto tutto ciò? Firmando una delle più grandi saghe del grande schermo tedesco che è anche diventata un'opera di contenuto e che lo ha imposto rapidamente come uno degli autori più in forma della nazione. Un autore dallo sguardo acuminato e adulto sul mondo che stava cambiando che ha saputo sintetizzare in una grande lezione di storia, grazie alla quale ha potuto spiegare la sua patria. Filosofico e pessimista, Reitz con tutti i duri film della serie Heimat, racconta i danni collaterali delle due guerre, i postumi del nazismo e l'ombra del suo cattivo simbolo, l'industrializzazione, le malefatte dei terroristi, accordandoli al tema del conflitto. Un pugno allo stomaco per il mondo del cinema, che si è dovuto adeguare al colpo estetico subito. Attesissima, la monumentale opera di questo cineasta viene avvertita come una necessità di liberarsi dai glaciali e spaventosi miasmi del passato, per fuggire altrove, lì dove le regole erano più libere di essere infrante, dove tutto era considerato ancora estremo, dove la morte non era associata a nulla di pericoloso (perché parte di un ciclo vitale), nel cuore di una selvaggia provincia tedesca e, quindi, ancora baluardo di civiltà. La lucida violenza dell'autore è unicamente per il suo stile e gli intenti lungimiranti atti ad allontanarsi dalle major americane, per dedicarsi al cinema firmato, di nicchia, con obiettivi e strategie diverse dai blockbusters. Il classico modo di concepire un film cambia... nasce il tocco tedesco in un viaggio storicamente purificatore.