Il 31 ottobre del 1969 un annuncio interrompe le trasmissioni televisive statunitensi: un uomo armato ha preso il controllo di un jet della TWA in partenza da Los Angeles e diretto a San Francisco. Destinazione finale: Roma. Inizia così il più lungo dirottamento nella storia dell’aviazione. Mentre l’America segue alla televisione l’odissea del volo TWA 85, gli agenti dell’FBI scoprono che il dirottatore è Raffaele Minichiello, 19 anni, emigrato negli USA dall'Irpinia dopo il terremoto del 1962, marine pluridecorato e reduce dalla guerra in Vietnam. Cinquant’anni dopo, Raffaele racconta la sua vita al regista Alex Infascelli, con un sottile divertimento, quasi a sfidare un destino che per lui ha avuto in serbo terremoti, guerre, tragedie personali e guai di ogni sorta.
Nato a Roma nel 1967, Alex Infascelli è regista e sceneggiatore. Musicista, lavora negli Stati Uniti come aiuto regista di video per Kiss, Pearl Jam, Nirvana, Prince, Michael Jackson. In Italia cura la regia di video per Frankie hi-nrg mc, Luca Carboni, Daniele Silvestri, Tiromancino. Partecipa ai film collettivi De Generazione (1994) ed Esercizi di Stile (1996). Gira il video di Alice, brano dei Cocteau Twins incluso nella colonna sonora di Io ballo da sola di Bernardo Bertolucci. Il suo primo lungometraggio è del 2000: il thriller postmoderno Almost blue, tratto dal romanzo omonimo di Carlo Lucarelli, con cui Alex vince il David di Donatello, il Ciak d'oro e il Nastro d'argento come miglior regista esordiente. Seguono Il siero della vanità (2003) e H2Odio (2006), Piccoli crimini coniugali (2017) e gli acclamati documentari S Is for Stanley (2015) e Mi chiamo Francesco Totti (2020), entrambi premiati con il David di Donatello. Ha diretto le serie Donne assassine e Nel nome del male. Il suo romanzo Now, here, nowhere. Ora, qui, da nessuna parte è uscito nel 2022.