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Esplora la lotta di individui contro la malattia e l'inefficienza governativa a Minamata negli anni '40, ritraendo le loro storie di sofferenza e resistenza. Nei primi anni '40, compaiono sintomi strani tra gli abitanti di Minamata. Le persone subiscono convulsioni in tutto il corpo e le lingue alla fine rimangono mute. Il governo trattava coloro i cui funzionamenti fisici erano collassati come pazienti falsi e gestiva la situazione in un contesto politico. Minamata Mandala inizia ribellandosi alla soluzione politica. C'è un uomo sulla novantina che ha lottato in tribunale per più di vent'anni, un professore di medicina impegnato a identificare la causa della malattia e un pescatore che fornisce campioni della malattia per le analisi mediche. Kazuo Hara non li ritrae come un tenace combattente contro il potere politico, un dedito scienziato medico e una vittima sofferente. La durata di 372 minuti abbraccia la loro lunga storia di sofferenza in solidarietà e rappresenta anche le vite individuali con personalità distinte. Minamata Mandala è un’opera in cui Hara rimescola generi e approccio registico e produttivo, dandole un afflato epico di una tragica saga della lotta del debole e dell’oppresso contro un potere straripante, che ha dalla sua la forza della ricchezza e il privilegio del dominio sulla agenda politica. Il film si interroga sulla condizione attuale delle vittime della malattia di Minamata, offrendo nuovi spunti di riflessione, si è aggiudicato il primo premio della 95a edizione del Kinema Junpo nella categoria miglior film culturale e il quinto posto assoluto nella Best Ten per i migliori dieci film giapponesi dell’anno. Ha anche ricevuto il Premio per il miglior film documentario alla 76sima edizione dei Premio cinematografico del Mainichi. Hara Kazuo, nato nel 1945 nella provincia di Yamaguchi, è un documentarista giapponese noto per il suo stile audace e anticonformista, spesso incentrato su soggetti emarginati o controversi. Ha interrotto gli studi alla Scuola superiore di fotografia di Tokyo, per esordire alla regia con il film documentario Addio CP (1972). Hara ha raggiunto il successo internazionale con Eros estremamente privato: Canto d’amore (1974), un pionieristico esempio di auto-documentario e con Avanza, avanza esercito nudo! (1987), che ha ricevuto il Premio Caligari del Festival di Berlino del 1987 e il Grand Prix al Cinéma du reel del 1987. Tra le altre opere di Hara ricordiamo Una vita vissuta appieno (1994), Le molte facce di Chika (2004), Il disastro dell’amianto di Sennan (2017) e altri. Il suo più recente progetto è Minamata Mandala (2020), un documentario in tre parti della durata di 372 minuti, frutto di oltre 15 anni di riprese, che mostra le vittime della sindrome di Minamata, causate dall’inquinamento al metilmercurio, in lotta per ottenere un risarcimento e un riconoscimento legale.
"Ho impiegato 15 anni per le riprese e altri 5 per il montaggio di questa che considero l’apice del mio lavoro fino ad oggi. Con Minamata Mandala penso di avere portato il genere documentario "di intrattenimento" a un livello di narrazione senza precedenti nella storia del cinema giapponese, e questo mi riempie di orgoglio." - Hara Kazuo
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