PREMIO ANELLO D'ORO SPECIAL EDITION 2020 - IL LATO OSCURO DEL CINEMA DI MARCO BELLOCCHIO

Ravenna Nightmare Film Fest non alza bandiera bianca davanti all'emergenza Covid-19, ma si rinnova, senza dimenticare le sue origini. Lo storico festival dedicato al lato oscuro del cinema va in streaming, inaugurando così la sua Online Edition, in programma dal 31 ottobre all'8 novembre, sulla piattaforma più nota e prestigiosa del nostro Paese, che ha ospitato interi festival o singole sezioni dei festival più importanti: MYmovies.it.
Ospite d’Onore del Festival sarà Marco Bellocchio, regista vincitore del Leone d'Oro alla carriera e del David di Donatello alla regia, nonché presidente della Cineteca di Bologna. Per valorizzare al meglio il lato oscuro del suo cinema, verrà proiettato Sangue del mio sangue, uno dei film più enigmatici e misteriosi del regista.

«Prosegue il lavoro di ricerca e valorizzazione del nostro cinema attraverso la voce di autori che, come Marco Bellocchio, hanno portato la rappresentazione del lato oscuro della vita (ancor prima di quello del cinema) a livelli di eccellenza, attraverso il suo intero corpus cinematografico, e il lato oscuro del cinema attraverso pellicole di rara potenza, tra cui Sangue del mio sangue: un film in cui si respira una visionarietà surreale, che presenteremo al festival - afferma Mariangela Sansone, critica, saggista e consulente alla direzione artistica del festival, descrivendo il film - Nell'oscurità, i fantasmi si mutano in creature vampiresche, come il conte Basta (Roberto Herlitzka): una figura deragliata, un corpo deformato dalla bramosia del potere che si aggira di notte, tra le tenebre. Un Innocenzo X, trasfigurato nella sua materializzazione baconiana. Corpi che scivolano da un'epoca all'altra, simili e distanti; memorie di un passato immutabile; lo specchio convesso del presente. Nulla cambia, tutto scorre, ma tutto si mantiene immutato nella ferocia umana.»

Confermato quindi anche per la XVIII edizione il tributo ai Maestri che nelle scorse edizioni ha visto la partecipazione di autori del calibro di Liliana Cavani, Jean-Jacques Annaud e David Lynch.
 Al Maestro Marco Bellocchio verrà consegnato l’Anello d’Oro Special Edition, per la grandezza della sua intera opera e per l'impegno civile che la sottende fin dagli esordi. Inoltre gli verrà dedicato il manifesto ufficiale della 18ma edizione del Ravenna Nightmare.



Bobbio, ieri. Federico, uomo d'arme a cavallo, bussa alla porta di un convento per riabilitare la memoria di Fabrizio, il fratello sacerdote morto suicida. Del gesto estremo è accusata Benedetta, una giovane suora che secondo l'Inquisizione lo avrebbe amato, sedotto e condotto alla follia. Ma la vendetta di Federico volge presto in desiderio. Refrattaria al pentimento e agita dal piacere, Benedetta è condannata alla prigione perpetua e murata viva in una cella del convento. 'Graziata' trent'anni dopo da Federico, diventato cardinale, Benedetta incrocerà di nuovo il suo sguardo, piombandolo a terra.
Bobbio, oggi. Federico, sedicente ispettore del Ministero, bussa al medesimo convento. Lo accompagna un miliardario russo che vorrebbe acquistare l'antico complesso. Apparentemente abbandonato ai capricci delle stagioni e all'incuria del comune, il convento è abitato da un enigmatico conte, che ha abbandonato i vivi per i redivivi. Coniuge 'estinto' di una vedova (in)consolabile, il conte lascia la sua cella di notte e attraversa il paese interrogando amici e nemici sullo 'stato delle cose'. Cose che cambiano sotto la spinta del 'nuovo'.




Cresciuto in una famiglia borghese della provincia emiliana, dopo aver frequentato tutte le scuole in Istituti religiosi ed essersi iscritto alla facoltà di Filosofia dell'Università Cattolica di Milano, nel 1959 si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma. Dopo aver seguito, a Londra, i corsi di cinema della 'Slade School of Fine Arts' (dove elabora una tesi sul cinema di Antonioni e Bresson), nel 1965 fa il suo esordio alla Mostra del Cinema di Venezia con I pugni in tasca, opera che affronta il progressivo sgretolamento dei valori su cui si basa la famiglia. Negli anni successivi si avvicina al cinema militante: il suo anticonformismo (e le sue tendenze ideologiche di estrema sinistra), trovano uno sbocco in film come La Cina è vicina (1967) e Nel nome del padre (1971). Nello stesso periodo allestisce al Piccolo Teatro di Milano un'edizione politicizzata del Timone d'Atene di William Shakespeare. Seguono Sbatti il mostro in prima pagina (1972) sul mondo del giornalismo, e Matti da slegare (1975) sui manicomi italiani, scritto con Silvano Agosti, Sandro Petraglia e Stefano Rulli. Dopo Marcia trionfale (1976) sugli ambienti delle caserme e del servizio militare, Bellocchio si dedica alla televisione con due produzioni: la regia del Gabbiano di Cechov (1977) e l'inchiesta collettiva La macchina cinema (1978). Nel 1982 - diciotto anni dopo I pugni in tasca - torna ad analizzare il suo passato familiare con Gli occhi, la bocca cui fanno seguito, nel 1984 Enrico IV (tratto dalla commedia di Luigi Pirandello) e Il diavolo in corpo (1986) una libera interpretazione del romanzo omonimo di Raymond Radyguet. Dopo La condanna (1991), vince l'Orso d'Argento al Festival di Berlino con Il sogno della farfalla nel 1994. Nel 1999 realizza La balia (tratto da una novella di Pirandello) che vince il David di Donatello per i costumi e quattro Ciak d'Oro, per la migliore attrice non protagonista, la fotografia, la scenografia ed i costumi. Nel 2003, con Buongiorno, notte, ottiene a Venezia il premio per il contributo artistico individuale di particolare rilievo. Tre anni dopo è al festival di Cannes con Il regista di matrimoni, film che ottiene anche i Nastri d'argento per il miglior soggetto e montaggio. Il 2008 lo vede ancora una volta protagonista a Cannes con Vincere, un dramma che porta alla luce la storia d'amore segreta tra il Duce e la trentina Ida Dalser, che vale alla protagonista Giovanna Mezzogiorno il Nastro d'argento come migliore interprete femminile. Nello stesso anno partecipa anche al documentario Negli occhi che la stessa Mezzogiorno ha dedicato a suo padre Vittorio e che viene proposto nella sezione 'Controcampo italiano' della 66ma Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2012 è ancora una volta a Venezia con Bella addormentata (che vale al giovane Fabrizio Falco il premio Marcello Mastroianni, come miglior attore emergente) in cui riprende i suoi grandi temi - la gioventù, la libertà, la follia, la manipolazione politica del corpo e delle coscienze - mettendoli a confronto con uno dei casi più controversi del nostro Paese: quello di Eluana Englaro. Nel 2007 riceve il Globo d'Oro alla carriera. Nel 2011 riceve il Leone d'oro alla Carriera alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Nel 2014 riceve il Premio Speciale dell'Ente David di Donatello. Dal 2014 è presidente della Cineteca di Bologna.


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