“E quando fu sul ponte, gli vennero incontro i fantasmi”: da qui parte la strana avventura del giovane Allan Gray, che, solo, in un paese straniero (forse un sogno, forse il suo inconscio), immerso in un eterno crepuscolo, dovrà affrontare segnali malefici, ombre ambigue, misteriose morti, indecifrabili personaggi per trionfare sull’occulto, invisibile vampiro e poter tornare alla luce e all’amore.
Realizzato da Dreyer all’indomani del capolavoro LA PASSIONE DI GIOVANNA D’ARCO e dell’avvento del sonoro, ispirato ai racconti di Sheridan Le Fanu, VAMPYR è un film horror, un film fantastico, un film di nebbie, di luminescenze, di poche parole, di terrificanti rumori.
Nato a Copenaghen nel 1889 e morto nella stessa città nel 1968, Carl Theodor Dreyer è un regista danese. La sua carriera è tanto lunga quanto le sue opere sono rare: quattordici lungometraggi e otto cortometraggi in cinquant'anni. Questo è dovuto tanto alla riluttanza dei produttori quanto alla meticolosa cura che Dreyer applica alla preparazione di ogni suo film. Per i posteri, resta il regista dei volti femminili e dei tormenti dell'amore cristiano in una società disincantata, come testimoniano, ai due estremi della sua opera, LA PASSIONE DI GIOVANNA D'ARCO (1928), compimento della ricerca sul cinema muto, e GERTRUD (1964), una delle grandi fonti di ispirazione per il cinema moderno.