Copia restaurata da Luciano Berriatúa per conto di Friedrich-Wilhelm-Murnau-Stiftung.
"Il film capitale del cinema muto". Dal Dracula di Bram Stoker, la storia immortale di Nosferatu, il non-morto che semina la peste, assorbe le forze vitali, attenta all'equilibrio dell'universo, finché un sacrificio femminile farà sorgere l'alba sulla città liberata. Sul piano formale, il film si allontana dall'espressionismo e lo trascende: per l'importanza che vi ha la Natura, per l'impressionante varietà di esterni reali che ne accrescono il romanticismo magico. Nosferatu è prima di tutto un poema metafisico nel quale le forze della morte mostrano la vocazione inesorabile ad aspirare e assorbire le forze della vita, senza che nella descrizione di questa lotta intervenga alcun manicheismo moralista" (Jacques Lourcelles).
Friedrich Wilhelm Plumpe, poi in arte Murnau, nasce in Westfalia nel 1888 in una famiglia borghese. Poco avvezzo alla disciplina, lascia presto gli studi universitari per la compagnia del Deutsches Theater di Max Reinhardt. Aviatore, poi prigioniero, durante la Grande Guerra, la sua carriera di cineasta inizia nel solco della tradizione romantica, con opere sentimentali o fantastiche. In ventidue anni, dirige tra l'Europa e negli Stati Uniti ventidue film, tra cui Nosferatu, L’ultima risata, Faust e Aurora.
Sperimentatore di tecniche innovative, Murnau è l'antesignano di un cinema che unisce la pulsione umana al simbolismo esasperante della sciagura in atto.