Uno spettacolare articolo sul messaggero spiega nel dettaglio come avverrà la distribuzione di Buio. Un sistema innovativo ed ibrido che coinvolge i cinema e vuole creare un cinema online.
Il film si chiama "Buio", è un thriller apocalittico ma pieno di speranza, opera prima diretta da Emanuela Rossi, prodotto e distribuito da Courier Film con la consulenza di Antonio Carloni, in uscita il 7 maggio. Fin qui tutto normale a parte il fatto che i cinema sono chiusi e l’uscita non sarà una vera uscita. La novità sta infatti nella modalità di distribuzione: “Buio” sarà il primo film a uscire su MYmovies in direct to video grazie al coinvolgimento degli esercenti cinematografici, che potranno invitare il pubblico alla visione in VOD (video on demand) attraverso le proprie mailing list con link personalizzati per ciascun cinema. Il rapporto commerciale tra distributore ed esercente sarà regolato dal consueto rapporto di noleggio, in percentuale sull’incasso netto, mentre per gli spettatori il prezzo per la visione sarà di 4,90 euro. Giovedì 7 maggio alle 21 il film sarà presentato dalla regista in anteprima su MYmovies per un numero limitato di persone, dal giorno dopo tutti potranno acquistarlo.
«La novità sta nel coinvolgimento degli esercenti delle sale - spiega Antonio Carloni, direttore commerciale che si occupa della distribuzione di “Buio” per Courier Film - Abbiamo inventato questo sistema e saremo i primi a sperimentarlo, ma altri produttori e case di distribuzione lo utilizzeranno nel mese di maggio, credo per altri 15-20 film. L’architettura web che abbiamo progettato è particolare ma abbastanza semplice. Si tratterà di inserire un bottone sul sito del cinema (una landing page) da cliccare per acquistare il film. All’inizio sarà l’esercente a inviare una mail alla sua lista di clienti “invitandoli” a vedere la pellicola. I film verranno promossi su blog, chat, Facebook, MYmovies e altri mezzi. Finora hanno aderito una cinquantina di esercenti in tutta Italia per un totale di circa 80 sale. Sono liberi di farlo, non è un decreto legge. Finora erano contrari a favorire il web, ma in questo momento appare l’unica strada percorribile».