Il quarantanovenne Beau soffre di gravi disturbi mentali ed è ancora vergine perché convinto dalla madre che se raggiungesse l'orgasmo morirebbe - come accaduto (gli si dice) a suo padre nel momento in cui l'ha concepito. Vive nella paranoia e immagina la città intorno a lui come un inferno, in cui un serial killer si aggira nudo per le strade e i cadaveri vengono lasciati marcire in mezzo agli incroci. Dovrebbe partire per raggiungere la madre, ma in una sequela di atti mancati riesce a farsi rubare le chiavi di casa e il bagaglio, inoltre un incidente con uno psicofarmaco precipita ulteriormente la sua condizione psichica. Investito da un'auto, si risveglia a casa degli amorevoli Roger e Grace, ma non è che la prima tappa di un viaggio allucinante…
Ari Aster, regista e sceneggiatore americano, è tra i nomi più influenti dell’horror contemporaneo. Con soli tre lungometraggi — Hereditary, Midsommar e Beau ha paura — ha ridefinito i confini del genere, mescolando terrore visivo, dramma psicologico e critica sociale. Le sue storie, spesso incentrate su famiglie distrutte, culti esoterici e rituali pagani, rivelano un’ossessione per il dolore, la colpa e l’alienazione. Aster costruisce esperienze cinematografiche disturbanti, dove ogni dettaglio visivo contribuisce a un senso di angoscia profonda. Cresciuto tra Stati Uniti e Inghilterra, ha studiato regia all’AFI Conservatory e si è fatto notare con il corto The Strange Thing About the Johnsons. Nonostante le critiche contrastanti negli USA, il pubblico e la critica europea lo hanno accolto come un autore capace di coniugare estetica raffinata e tensione emotiva. Fondatore della casa di produzione Square Peg, Aster continua a esplorare l’horror come strumento per indagare le fragilità dell’animo umano.