Si rimane in ambito fantascientifico e si festeggia il ventennale di Nirvana, del premio Oscar Gabriele Salvatores, film ormai cult, forse primo esempio di film di “Serie A” del cinema di fantascienza italiano. E personale visione fanta/karmica di Salvatores, dove il regista affronta, con gli attori a lui più cari i temi e le ossessioni più congeniali: la fuga, il viaggio, l’amicizia. Per l’occasione Nirvana torna in sala nella sua versione originale, su pellicola 35 mm, in una delle ultime rarissime copie custodite nelle cineteche italiane.
La proiezione del film diviene l'occasione per proporre un discorso parallelo sulla dimensione meno nota della storia del cinema italiano, il genere fantastico. Dominato da sempre dalla sua vocazione realista, il cinema italiano ha comunque saputo dimostrare una straordinaria vitalità nei generi cosiddetti “non autoctoni”, i cui più celebri successi sono il western, il poliziesco e l’horror. Tra questi, la fantascienza – per motivi di economia di produzione e di scarsa tradizione dell’immaginario – si è imposta più faticosamente. Non di meno anch’essa ha potuto declinare una propria produzione originale e sorprendente, ieri e oggi. Il ricorso del ventennale, e il recentissimo successo di Lo chiamavano Jeeg Robot, dimostrano che anche il cinema contemporaneo nazionale è capace di interpretare i fermenti dell’immaginario fantastico, dal cyberpunk al supereroismo.