ASCENSORE PER IL PATIBOLO di Louis Malle (Francia, 1958, 92')
Titolo Originale: Ascenseur pour l'échaufaud
Soggetto: Noël Calef
Sceneggiatura: Louis Malle, Roger Nimier
Fotografia: Henri Decaë
Montaggio: Léonide Azar
Scenografia.: Rino Mondellini, Jean Mandaroux
Musica: Miles Davis
Interpreti: Maurice Ronet (Julien Tavernier), Jeanne Moreau (Florence Carala), Jean-Claude Brialy (un giovane), Georges Poujouly (Louis), Yori Bertin (Véronique), Jean Wall (Simon Carala), Ivan Petrovitch (Monsieur Bencker), Félix Marten (Christian Subervie), Lino Ventura (il commissario Cherrier), Elga Andersen (la signora Elga Bencker)
Produzione: Nouvelles Éditions de Films.
Tratto da un romanzo di Noël Calef, il film di Louis Malle rielabora in maniera strabiliante una trama noir. Su questa storia di tradimenti, omicidi progettati e commessi, di dettagli che complicano la vicenda e casualità che segnano il destino, Malle costruisce una melodia soffusa, aiutato dalla magistrale partitura jazz composta da Miles Davis, un mood che combacia perfettamente con le tinte cupe e minacciose del film. Si tratta dell'esordio di Louis Malle alla regia. Jeanne Moreau non è mai stata così bella e magnetica: una dark lady dallo sguardo inquieto. Vederla passeggiare per le vie di Parigi, anonima figura dall'andatura sensuale, ma quasi alla deriva, sullo sfondo grigio e sfocato dell'inquadratura, tra i riverberi delle luci al neon, ci fa pensare che gli stati di grazia esistono. Magnifica la fotografia in bianco e nero di Henri Decae (un maestro della luce).
Louis Malle (1932-1995)
Con questo suo primo vero esordio cinematografico, avvenuto a soli 25 anni, fu subito riconosciuto - anche se lui non si sentì mai di farne parte - come un autorevole esponente della Nouvelle Vogue, uno stile innovativo di far cinema tutto francese ma che comunque contribuì molto anche ad influenzare il cinema europeo e americano del periodo. Il resto della sua filmografia può vantare una miriade di film pluri premiati nei più importanti festival di cinema internazionali come Venezia, il British Academy Film Awards, il Los Angels Film Critics Association, il New York Film Critics Circle Awards, il Boston Society Of Film Critics, il David Di Donatello, il César, l’European Film Awards, etc. Anche il suo prematuro ingresso da studente nel mondo dell’industria cinematografica fu abbastanza eclatante: mentre frequentava la scuola cinematografica IDHEC venne infatti scelto dal già famoso esploratore marino Jacques-Yves Cousteau come assistente del suo Il Mondo Del Silenzio (Le Monde Du Silence, 1956), documentario subacqueo vincitore di una Palma D’Oro a Cannes e di un Oscar come Miglior Documentario. Trai suoi film più belli e significativi ricordiamo l’intramontabile Gli Amanti (Les Amants, 1954) con Jeanne Moreau, Premio Speciale a Venezia, e Fuoco Fauto (Le Feu Follet, 1963), vera opera alienante interpretata da un eccezionale Maurice Ronet e premiata con un Leone D’Argento. Passato l’irripetibile periodo della Nouvelle Vogue, le sue opere più significative rimangono sicuramente il perfetto noir d’ambientazione americana con Burt Lancaster, Michelle Piccoli e Susan Saradon Atlatic City (1980), la toccante pseudo-biografia focalizzata su un fatto antisemita avvenuto durante il suo primo periodo scolastico Arrivederci Ragazzi (Au Revoir Les Enfants, 1987), e la commedia politica Milou A Maggio (Milou En Mai, 1988) con Miou-Miou e Michelle Piccoli. Impossibile anche non citare, benché non abbia mai vinto nessun premio, il poco visto ma divertente remake in chiave americana del 1984 che fece de I Soliti Ignoti (1958) di Mario Monicelli intitolato Crackers ed interpretato da Sean Penn e Donald Sutherland. Morirà a 63 anni nella sua villa a Beverly Hill a causa di un linfoma, lasciandoci in eredità culturale più di 30 film tra lunghi e corti, la cui maggior parte di essi sono tuttora studiati in tutte le più autorevoli scuole di cinema del mondo.