MARY SHELLEY DI HAIFAA AL-MANSOUR

Sotto il segno di una sutura aberrante, come quella del romanzo Frankenstein, il dramma di Haifaa Al-Mansour è un mélange di fragilità e combattività, di innocenza perseguitata e di furore di vendetta che affonda nella relazione tra Mary e Shelley, nelle sue ossessioni psicologiche, negli intollerabili lutti. Figlia di due figure chiave dell'Illuminismo inglese, di cui condivide gli ideali rivoluzionari, Mary Shelley è al cuore di un film teso a celebrare la figura della scrittrice e a ribadire il discorso (mai così attuale) della relazione uomo-donna.

 

Appassionata di letteratura gotica e fantasmi, Mary si rifugia spesso in un cimitero sognando di scrivere un giorno il suo romanzo. Durante un soggiorno in campagna incontra il poeta inquieto Percy Shelley, sposato e con figli, che la seduce e innamora perdutamente. Il desiderio ha il sopravvento e i due amanti fuggono insieme, portandosi dietro la sorella minore di Mary. Tra i tre nasce un singolare ménage che conosce alti e bassi, miseria e nobiltà. Quella nobiltà predicata ma mai applicata da Lord Byron, celebre e vanesio drammaturgo che la sfida sulla pagina e nella vita. Mary accetta e scrive "Frankenstein", vincendo l'eternità. Con un romanzo (il romanzo) riuscì a emanciparsi, producendo negli anni opere femministe e progressiste.

 

A incarnarla sullo schermo è la luminosa Elle Fanning, a cui fa corona un cast maschile dall'elasticità fisionomica e interpretativa ridotta. È lei il centro di una storia di cui non tarderà a diventare l'oggetto di tutti i desideri. Quello che colpisce di Elle Fanning è l'evidenza del suo 'gioco', l'immediatezza della sua presenza. Appartiene a quella categoria di attori che non hanno bisogno di fare quasi nulla per attirare lo sguardo ed è precisamente quello che ha messo in scena Nicolas Winding Refn con The Neon Demon.
In una condizione di passività storica, trova una linea di fuga e va più lontano del film che la contiene e di una società inventata dagli uomini per gli uomini. La sua Mary Shelley frantuma i corsetti dell'immaginario, scoprendo in sé un abisso di oscurità a cui attingere per disegnare la sua creatura.

 

Dopo aver denunciato il fondamentalismo e la poligamia in Arabia Saudita e aver girato il primo film saudita della storia (La bicicletta verde), Haifaa Al-Mansour prosegue con Mary Shelley la sua ricerca personale sull'esclusione. Sensibile e in prima linea per la causa femminile, il suo sguardo questa volta si rivolge al passato, in direzione del Vecchio Continente dove pesca una giovane donna e il suo entusiasmo rivoluzionario. Ostinata come la protagonista di La bicicletta verde, una ragazzina decisa a guadagnarsi una bicicletta in un paese che impedisce alle donne di condurle, Mary fa altrettanto in un'epoca claustrofobica per il suo genere. In quel mondo oscuro e opprimente trova la sua voce intima e la mette su carta, firmando l'ultimo romanzo gotico e il primo romanzo di science-fiction. Al-Mansour ha il merito di aver scelto un'interprete capace di un'articolazione moderna di Mary Shelley, incoraggiando ancora una volta il diritto alla differenza e all'ottimismo. Ottimismo riservato per il momento agli spettatori e interdetto alle donne (saudite) che non hanno altra prospettiva che (soprav)vivere in un regno che produce dieci milioni di barili di petrolio al giorno e un film per secolo.




Haifaa Al-Mansour è la prima regista donna dell'Arabia Saudita ed è considerata una delle figure cinematografiche più significative del Regno. Dopo la prima laura in letteratura alla American University de Il Cairo, ha completato il Master in Directing and Film Studies all'Università di Sydney. Il successo dei suoi primi tre cortometraggi, così come il plauso internazionale del pluripremiato documentario del 2005 Women Shadown, ha influenzato una nuova ondata di registe saudite e ha reso la questione di aprire i cinema nel Regno una discussione da prima pagina. All'interno del Regno il suo lavoro è sia apprezzato che diffamato per incoraggiare il dibattituto su temi generalmente considerati proibiti come la tolleranza, i pericoli dell'ortodossia e la necessità del popolo saudita di guardare con occhio critico la loro cultura tradizionalista e restrittiva.

 

 



Iscriviti alla nostra Newsletter

Privacy:



Ravenna Nightmare Film Festival | via Canala 43 | 48123 Ravenna (Italy) | Tel. e Fax +39.0544.464812 | Cell. +39.349.5162425 | e-mail info@ravennanightmare.it
grifo.org