(Ungheria, Germania, Francia 2017, 129’)
Regia / Direction: Kornél Mundruczó
Sceneggiatura / Screenplay: Kornél Mundruczó, Kata Wéber
Produttore / Producer: Viola Fϋgen, Michel Merkt, Viktória, Petrányi, Michael Weber
Interpreti / Cast: Merab Ninidze, Zsombor Jéger, György Cserhalmi, Mónika Balsai, Majd Asmi,
Fotografia / Cinematography: Marcell Rév
Musica / Music:Jed Kurzel
Scenografia / Set Designer:Márton ÁGH
Montaggio / Editor: Dávid Jancsó
Produzione / Producer Company:KNM, Match Factory Productions, Proton Cinema, Pyramide Films, ZDF/Arte
Distribuzione / Distributor (Italia): Movie Inspired
Aryan è un rifugiato siriano che, insieme al padre e a tanti altri connazionali nella stessa situazione, cerca di entrare in Ungheria dal confine serbo. Sia lui che il padre perdono però i documenti e vengono separati quando il gruppo di migranti viene scoperto dalla polizia di confine.
Colpito da diversi colpi di pistola dal poliziotto László, invece di morire, Aryan scopre di sapere volare.
Una volta ripiombato sulla terra, viene arrestato e portato all’ospedale di guardia del campo profughi più vicino. Lì incontra il medico Gábor Stern, uomo dal passato travagliato e oscuro a cui tenta di rimediare guadagnando tramite la vendita di referti medici ai rifugiati che, una volta mandati all’ospedale di Budapest per accertamenti, avrebbero potuto provare a scappare e a crearsi così una nuova vita.
Quando Gábor va per visitarlo, Aryan inizia a levitare, attirando la curiosità e l’interesse del medico, a cui viene l’idea di utilizzare il ragazzo come assistente durante le sue consulenze spirituali di guarigione, in modo da convincere i pazienti dei benefici della pratica. In cambio il medico si impegna a dare la metà dei ricavi ad Aryan, che ne ha bisogno per cercare il padre. I piani si complicano quando vengono a conoscenza del furto dell’identità del padre da parte di un terrorista. I due saranno così costretti ad incontrare nuovamente il poliziotto László.
Kornél Mundruczó è un regista cinematografico e teatrale ungherese. Il suo film d’esordio “This I wish and nothing more” viene accolto favorevolmente, vincendo il premio come miglior film alla trentunesima Hungarian Film Week. Il suo secondo lungometraggio, “Pleasant Days” vince il leopardo d’argento al Festival di Locarno del 2002. Nel 2005, Mundruczó proietta per la prima volta un suo film, “Johanna”, al Festival di Cannes 2005, nella sezione Un Certain Regard. Il suo quarto film, “Delta” (2008), così come anche il suo quinto, “Tender Son” (2010), viene selezionato al Festival di Cannes e vince il premio FIPRESCI. Nel 2014, il film di Mundruczó, “White God”, vince il primo premio per la sezione Un Certain Regard del 67esimo Festival di Cannes. Infine, nel 2017, il talento di Mundruczó viene nuovamente riconosciuto al Festival di Cannes dello stesso anno che seleziona la sua ultima opera, “Una luna chiamata Europa”.
