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Kasdan confeziona un’opera che è lirica di corpi, codificando il Noir classico, cui dona una forma realistica e consona all’epoca moderna, rigenerandolo a nuova vita.
Corpi madidi di sudore si scrutano, si osservano, si studiano, tra parole infuocate che si accendono di allusioni, in un accattivante e sensuale gioco di seduzioni, nell’oscurità della notte di una torrida estate in Florida. Matty Walker, moglie del ricco faccendiere Edmund Walker, incontra Ned Racine, mediocre avvocato dalla fama di dongiovanni e con un discreto successo con le donne. Da subito tra i due scatta un’alchimia travolgente, un’attrazione sessuale che vive nelle notti estive, quando Edmund è lontano da casa per i suoi loschi affari. Nata come un istintivo incontro di corpi - non a caso il titolo originale è proprio Body Heat - ben presto la storia tra i due assume la forma di un’incontenibile relazione sentimentale, al punto da spingere i due amanti a cospirare alle spalle del marito di Matty, ed a tramarne la morte. Primo lungometraggio di Lawrence Kasdan, che aveva già collaborato alle sceneggiature diL'Impero colpisce ancora (Star Wars: Episode V - The Empire Strikes Back), di Irvin Kershner (1980) e di I predatori dell'arca perduta (Raiders of the Lost Ark), di Steven Spielberg (1981), Brivido Caldo segna il suo esordio alla regia, un’opera simbolo, che tradizionalmente segna la nascita del Neo-Noir, la nuova ondata in nero successiva alle pellicole degli anni ’70 comunemente definite Post-Noir, che avevano offerto rivisitazioni o espliciti omaggi al Noir classico, come Il lungo addio (The Long Goodbye) del 1973, diretto da Robert Altman, Chinatown, di Roman Polanski, del 1974, ma anche Taxi Driver, di Martin Scorsese, del 1976 o L’amico americano (Der Amerikanische Freund) del 1977, di Wim Wenders. Con Body Heat, Lawrence Kasdan tratteggia le coordinate e dà vita ad una nuova stagione del Nero cinematografico, attingendo largamente ai topoi del Noir ed inserendoli in un contesto storico, narrativo e visivo del tutto moderno. Robert Crooks, nel saggio Retro noir, Future noir: Brivido Caldo, Blade Runner e la Paranoia dei Neo-Conservatori, così si esprimeva su Brivido Caldo: “tramite un re-impiego bizzarramente fedele delle tecniche cinematografiche noir e ovvi prestiti da vari film noir classici, Brivido caldo pervade sottilmente la Florida degli anni Ottanta dell’atmosfera di un’eterna Los Angeles anni Quaranta. Il dialogo tra Ned Racine e Mattie Walker, spostandosi da una doppia entendre sessuale verso una doppia entendre fatale, si avvicina alquanto a quella esaltante mescolanza di Raymond Chandler e James M. Cain in Double Indemnity (La fiamma del peccato), di Billy Wilder”. Partendo dal romanzo di James M. Cain La morte paga doppio (1943), già portato sul grande schermo da Billy Wilder con La fiamma del peccato (1944), Kasdan intreccia una matassa narrativa nerissima ed intrisa di sudore. Il calore, continuamente evocato, fuoriesce dai corpi dei protagonisti William Hurt e Kathleen Turner (al suo esordio cinematografico), e diventa il vero protagonista della vicenda, matrice della follia sensuale che coglie i due amanti, magma incandescente ed infernale che palesa la reale fusis umana, quella parte più oscura, capace di ogni menzogna e abiezione per raggiungere i propri obiettivi più squallidi. Matty è una perfetta femme fatale, bionda e sensuale, capace di risvegliare i sensi ed accendere la fiamma della passione, in grado di elaborare macchinazioni mefistofeliche e, forse per la prima volta, senza subirne la meritata punizione. Al contrario di ciò che accadeva nei classici Noir, merito di una modernizzazione degli stilemi classici del genere, la donna che si macchia di ubris, rimane impunita e si gode il risultato delle sue nefandezze, come nell’epilogo dell’opera, senza neppure l’ombra di pentimento alcuno. Kasdan impreziosisce la sua opera con una maniacale cura estetica per l’immagine, adottando un registro visivo che è ipnosi per gli occhi, rispettoso del precetto deleuziano: “l’immagine cinematografica raccoglie l’essenziale delle altre arti, ne è l’erede, è quasi il modo d’impiego delle altre immagini che converte in potenza quel che era soltanto possibilità”*. Il corpo, mostrato, accarezzato, sognato nella sua prorompenza, inspessisce le immagini; le ombre si fanno materiche e viene data voce e forma all’erotismo, la realtà si confonde con il sogno, si scivola in enunciati onirici ed a parlare è il desiderio. L’impianto visivo dell’opera è caratterizzato da un uso classico della luce, sovente filtrata dalle veneziane o da altre feritoie, offrendo una frammentazione dell’immagine tipica del Noir. Gli esterni conducono l’occhio tra i paesaggi e le prospettive tanto care a Edward Hopper, la provincia americana e le case coloniali avvolte dalle nebbie notturne che confondono la realtà, conferendole inequivocabilmente i tratti del sogno. I fuochi che si accendono all’improvviso nell’oscurità, metafora di quel desiderio ustionante e diabolico che i due amanti provano l’uno per l’altra, che brucia tutto e velocemente, scandiscono la ritmica del flusso filmico, dividendolo in tre netti segmenti. Il tappeto musicale, magistralmente orchestrato da John Barry, accompagna il tessuto narrativo esaltando la materia erotica, già incandescente, conferendo ulteriore sensualità ad una Florida torbida e umida proprio come i due amanti, ambigui, falsi e spietati. Una Turner che incarna alla perfezione il ruolo dell’algida dark lady e un Hurt debole e manipolabile, si affrontano in un connubio in cui eros e thanatos sono i veri mattatori della vicenda. Enfatica, esagerata, volutamente ridondante, proprio come è la passione ardente, e con l’eterna presenza della materia mortifera: così la costruzione filmica conduce il film a deviare su una contorsione narrativa sopra le righe. Kasdan confeziona un’opera che è lirica di corpi, codificando il Noir classico, cui dona una forma realistica e consona all’epoca moderna, rigenerandolo a nuova vita.
Mariangela Sansone *Gilles Deleuze, L’immagine-tempo, Ubulibri, pag. 175. Lawrence Kasdan Kasdan graduated from the University of Michigan with an MA in Education, originally planning on a career as an English teacher. He won a Hopwood Award for writing during the time of his studies. Upon graduation, Kasdan was unable to find a teaching position, so he became an advertising copywriter first in Detroit and later in Los Angeles where he tried to interest Hollywood in his screenplays. Kasdan's introduction into the film business came in the mid-1970s when his script for The Bodyguard was sold to Warner Bros. The script became one of several screenplays successively called "the best un-made script in Hollywood" and it will produced only in 1992 starring Whitney Houston and Kevin Costner. After he sold his screenplay Continental Divide to Steven Spielberg, George Lucas commissioned Kasdan to write the screenplay for Raiders of the Lost Ark. Lucas then hired Kasdan to complete the screenplay for his Star Wars sequel The Empire Strikes Back (1980) after the death of Leigh Brackett, who wrote the first draft. Kasdan made his directing debut with Body Heat (1981), which he also wrote. Lucas later commissioned Kasdan to write the screenplay for Return of the Jedi (1983). Kasdan is known for both writing and directing his films, which have ranged from westerns and romantic comedies to thought-provoking dramas. He has received four Academy Award nominations, for screenplays to The Big Chill, Grand Canyon and The Accidental Tourist, for which he also earned a nomination for Best Picture. Grand Canyon also won the Golden Bear at the 42nd Berlin International Film Festival. He made cameo appearances as the lawyer of River Phoenix's character in I Love You To Death and in James L. Brooks' comedy As Good As It Gets as the fed-up psychiatrist of Jack Nicholson's novelist. In 2001, Kasdan was the recipient of the Austin Film Festival's Distinguished Screenwriter Award. In 2006, he received the Laurel Award for Screenwriting Achievement from the Writers Guild of America. Kasdan directed the 2012 dramedy Darling Companion, starring Diane Keaton and Kevin Kline. In October 2013, it was announced that JJ Abrams had taken over screenwriting duties for Star Wars Episode VII (Star Wars: The Force Awakens), working alongside Kasdan. On 2016 Lawrence Kasdan was honored by the Atlanta Jewish Film Festival and ArtsATL.org as the inaugural recipient of their "ICON Award for Contributions to the Cinematic Arts" in a ceremony. |
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